I MERCATI ANDRANNO PEGGIO PRIMA DI ANDARE MEGLIO



Il crollo che l'S&P 500 sta vivendo dall'inizio dell'anno, si è verificato solo altre tre volte e, questo inizio dell'anno, potrebbe confermarsi come il quarto peggior inizio dell'anno di sempre per il mercato azionario americano. 

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Ma allo stesso tempo ad ottobre abbiamo visto un grandissimo rimbalzo. Il Dow Jones ha avuto una delle migliori performance di sempre: 14.33% in un mese. 

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Questo potenzialmente potrebbe essere un altro rimbalzo del gatto morto come abbiamo visto a partire da fine giugno per tutto luglio e metà agosto, che poi è stornato a inizio settembre. Oppure potrebbe essere un rimbalzo più vigoroso. 

In questo momento la maggior parte degli investitori è posizionata in modalità ribassista, cioè prevede una continua riduzione delle quotazioni. Questo si vede dal volume degli ETF Short/Inverse, cioè il fatto che guadagnano quando il mercato scende, che sono ai massimi dal 2008. Questo nonostante la leggera correzione che c'è stata nelle ultime settimane proprio perché ad ottobre invece c'è stato un forte rimbalzo. 

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La maggior parte degli investitori Retail, cioè Il grande pubblico identificato dalle colonne blu scuro, in questo momento sta accumulando grandi quote di liquidità. Al contrario, invece, degli istituzionali che stanno continuando a comprare. 

 

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Questo perché è in un momento di grande incertezza che gli investitori si rifugiano in quel porto sicuro che è la liquidità. 

Un contesto come questo, con un'inflazione al 19% su base annua, record dal 1983, manda in crisi gli investitori. Da una parte vediamo contrazione delle quotazioni sia per l'azionario che per l'obbligazionario. Dall'altro vediamo un'inflazione alle stelle che di fatto poi è una conseguenza dell'altra. Insomma è l'inflazione alle stelle che sta portando ad un aumento dei tassi di interesse quindi è un forte riprezzamento sia del settore obbligazionario che azionario. Insomma tutta questa serie di eventi fa sì che gli investitori vadano nel panico e il loro umore peggiori in modo veramente importante. 

Dobbiamo quindi approfondire il tema dell'umore degli investitori per capire meglio quella che è una frase molto famosa di Warren Buffett: "Sii avido quando gli altri sono paurosi e sii  pauroso quando gli altri sono avidi." 

Nel 2021, molte persone erano abbastanza paurose perché vedevano lo scoppio di bolle speculative un po' a destra e a manca, ma in questo momento dobbiamo essere tranquilli e potenzialmente molto avidi. 

Quindi il 2022 si posiziona tra gli anni peggiori sia per il comparto obbligazionario che per il comparto azionario e lo vediamo da questo grafico in cui ci sono appunto i rendimenti dell'obbligazionario americano e dell'azionario americano, S&P 500 e Us Bonds. Nel quadrante in basso a sinistra siamo in territorio negativo sia per il comparto azionario che per l'obbligazionario. Questa è un'eccezione, perché solitamente la maggior parte dei pallini (ognuno dei quali rappresenta un anno) chiaramente è raggruppata nel quadrante in alto a destra. Quindi i rendimenti sono positivi sia per l'azionario che per l'obbligazionario. E quando invece in passato ci sono stati momenti di forte turbolenza nei mercati magari ci siamo spostati nel quadrante in alto a sinistra, in cui c'erano rendimenti dell'azionario negativi perché siamo a sinistra dell'asse Y, ma comunque abbiamo rendimenti positivi per l'obbligazionario, se consideriamo il 2008, ad esempio. 

Infatti l'obbligazionario è sempre stato un bene rifugio durante contesti di forte volatilità dei mercati. In particolare quest'anno proprio a causa dei ritracciamenti che stanno avendo azionario e obbligazionario, per via dell'aumento violento e verticale dei tassi di interesse. 

Quindi questo è un contesto molto incerto, unico nella storia dei mercati, non proprio unico. Ma negli ultimi 90 anni di storia si è verificato quattro volte circa. 

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La maggior parte delle persone in questo contesto va nel panico. Approfondiamo proprio il tema dell'emotività perché appunto un investitore consapevole e responsabile studia e approfondisce il tema dei mercati. 

Dall'emotività sbagliata che hanno gli altri investitori alcuni possono trarre profitto, semplicemente rimanendo calmi. Quanto panico c’è là fuori? E' necessario fare un'analisi della nostra situazione a livello emozionale e capire che se teniamo a bada le nostre emozioni possiamo trarne un profitto. 

Partiamo dal presupposto che quando approfondiamo il tema dell'emotività degli investitori, esistono dei dati e vari modi per analizzare emozioni che stanno provando gli investitori. Non possiamo essere precisissimi perché è impossibile misurare l'ansia o l'euforia che stanno vivendo gli investitori. Insomma è qualcosa che viene stimato facendo un po' dei sondaggi, delle interviste. Però è qualcosa che può avere risultati leggermente diversi in base a chi fa l'analisi e a come fa la sua analisi. Ma a noi interessa avere la visione d'insieme. 

Il primo dato importante è quello del report dell'American Association of Individual Investor (AAII) che confronta due dati molto interessanti. Uno, in arancione, è il livello di "bullishness", cioè di "torezza"

quindi quanto sono tori gli investitori rialzisti. In questo momento questo dato è piuttosto scarso, potremmo dire che è quasi ai minimi di sempre, peggio del 2020. E' ai livelli dell'estate del 2016 e non molto lontano, paradossalmente anche un po' peggio, rispetto al 2008. La Linea Blu, invece, rappresenta la quota di azionario che hanno all'interno dei portafogli. Questo perché questa associazione americana fa un duplice sondaggio. Chiede, cioè, ai propri iscritti qual è l'emozione che stanno provando, da qui se sono rialzisti o ribassisti e, allo stesso tempo, gli chiede anche che livello di esposizione all'azionario hanno

Quello che è interessante è che rispetto ad altri scenari in cui c'era una "bearishness", cioè una un'"orsetta", cioè una tendenza al mercato ribassista. In altre condizioni, si portavano dietro una quota di azionario molto più bassa. Cioè le persone erano pessimiste quindi riducevano la loro quota di azionario. Quello che non vediamo oggi è una relazione tra queste due cose, quindi c'è forte pessimismo, ma una quota di azionario ancora molto alta. 

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Sicuramente lo scenario ottimista del 2021, il famoso "To The Moon", durante il quale tanta gente ha comprato cose pensando che le quotazioni sarebbero arrivate sulla luna. Questo se n'è andato e ce ne rendiamo conto dal numero di account, quindi di profili che sono stati creati su Broker online per comprare titoli come Interactive Brokers o Schwab. C'è stato un picco alla fine del 2020 e lo vediamo nelle colonne in alto sul sull'asse delle Y, dove troviamo il numero di account che sono stati creati su questi Broker online per poter fare Trading. C'è stata un'esplosione nel 2020, una conferma anche durante il 2021 e adesso vediamo una forte contrazione. 

La gente chiude gli account perché ha già perso abbastanza soldi. 

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E questa è una nota positiva perché denota appunto il fatto che una bolla, non sappiamo se tutta la bolla o la prima di una serie di bolle, ha iniziato a scoppiare riportando valutazioni su valori più ragionevoli. 

Nei mercati è tornata un po' di razionalità dopo le follie del 2021. Il 2021 è stato un anno di forte euforia ed è stato seguito da un 2022 di grande panico. 

Un altro indicatore molto interessante dell'ottimismo degli investitori è questo evidenziato in rosso, che è appunto US equity advisor optimism, cioè l'ottimismo dei consulenti finanziari che è ai minimi. Non c'è congruenza millimetrica con quello che abbiamo visto prima, perché in questo caso nel 2008 c’è stata comunque una condizione di minore ottimismo di quella che stiamo vedendo adesso. Ci possono essere leggere incongruenze però tutti questi indicatori mostrano uno scenario abbastanza coerente di forte pessimismo. 

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Il più interessante da approfondire è il Ned Davis Research Crowd Sentiment, cioè l'emotività che stanno provando le masse. E' un indicatore di un famoso centro di ricerca che fa analisi finanziarie in America e questo indicatore è il risultato di sondaggi che sono fatti periodicamente agli investitori. Come è evidente oscilla e in alto abbiamo condizioni di estremo ottimismo come nel caso del 2021. Nella parte bassa abbiamo invece condizioni di estremo pessimismo, quindi 2020. Adesso siamo in condizioni di estremo pessimismo, paragonabili al 2020

Quello che è interessante notare è questa tabellina. In questo grafico vediamo appunto il valore che il Net Davis Research Crowd Sentiment ha avuto in vari momenti dell'anno e nell'altra colonna il rendimento analizzato che ha avuto l’S&P 500 in queste condizioni di emotività degli investitori. Questo è molto interessante perché noi siamo oggi in una condizione di estremo pessimismo, cioè al di sotto del 57. In condizioni di estremo pessimismo i mercati hanno avuto negli anni successivi un rendimento annualizzato pari al 8.9%. Invece in condizioni di estremo ottimismo, tipo il 2021, quindi quando l'indicatore era superiore a 66, il rendimento analizzato medio è stato dello 0,4%. 

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Che cosa significa questo grafico? 

Significa che in condizioni di estremo ottimismo, i rendimenti prospettici futuri sono molto scarsi e in condizioni di estremo pessimismo si generano delle opportunità per avere dei rendimenti attesi futuri molto elevati

Ecco spiegata la frase di Warren Buffett "sii avido quando gli altri sono paurosi e sii pauroso quando gli altri sono avidi". Quando le persone sono paurose, se tu sei avido riesci a portarti a casa dei rendimenti attesi molto elevati per il capitale che vai ad investire, in condizioni di particolare incertezza, di particolare terrore come quelle che stiamo vedendo adesso. Un altro dato molto interessante è quello che mostra quello che succede all'interno di questo range tra 66 e 57, quando abbiamo quindi condizioni intermedie, né di estremo pessimismo né di estremo ottimismo. 

Quello che è interessante notare è che quando le condizioni peggiorano, cioè si passa da ottimismo a pessimismo, i rendimenti attesi sono bassi, 2% medio all'anno negli anni seguenti, perché chiaramente le condizioni peggiorano in termini di emotività dell'investitore, ma arriviamo da quotazioni molto alte. 

Quando invece dall'estremo pessimismo miglioriamo un po' le condizioni e si passa da pessimista leggermente meno pessimista, è qui che abbiamo il maggiore rendimento atteso perché i mercati rimbalzano molto velocemente. Rimbalzano molto prima di quanto faccia l'economia perché i mercati sono fortemente anticipatori: sono 6-9 mesi in anticipo rispetto all'evoluzione economica. 

Una conferma di questo fenomeno la troviamo analizzando un altro indicatore di emotività degli investitori, cioè il Sentiment Trader Panic/Euphoria Model. Anche in questo caso, più c'è euforia nei mercati più è basso e più c'è pessimismo. Quando ci troviamo in una condizione al di sotto dello zero, quindi di estremo pessimismo, che guarda caso è la situazione attuale, abbiamo rendimenti attesi molto elevati, molto più elevati di quando invece non abbiamo un estremo ottimismo che pervade i mercati. 

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Quindi l'ottimismo degli investitori è ai minimi.

In che modo questo ci può aiutare a capire cosa cosa ci aspetta nel futuro? 

Da un lato abbiamo capito che i rendimenti attesi aumentano, ma per caso potremmo aspettarci di aver toccato un minimo dei mercati? Dopotutto più o meno abbiamo già visto un meno 20% sulla S&P 500 dall'inizio dell'anno. 

La risposta è probabilmente no, perché non abbiamo ancora visto la vera capitolazione. Per capitolazione si intende proprio il fatto che gli investitori non ce la fanno più a reggere la perdita e quindi si arrendono. La capitolazione identifica quel momento in cui gli investitori appunto decidono di vendere tutto, di non provare ad aspettare che il mercato recuperi. Questo perché i mercati sono crollati troppo e si aspettano che continueranno a crollare senza sosta. La capitolazione è il risultato di un fenomeno chiamato Recency Bias. Si tratta dell'idea che se i mercati sono andati bene in passato, andranno bene in futuro perché estrapoliamo dati del recente passato li portiamo avanti nel recente futuro. 

Ma vale anche il contrario: se i mercati sono andati male nel recente passato, magari negli ultimi tre/sei mesi, allora andranno male anche nei prossimi tre/sei mesi. Questo è chiaramente il fenomeno che nel 2021 faceva stimare il prezzo dei Bitcoin a 100.000 dollari alla fine del 2021, perché avevano visto una Bull Run, cioè una crescita esponenziale dei prezzi dei Bitcoin. 

Dall'altra parte è lo stesso fenomeno che spinge adesso gli investitori a pensare che se i mercati sono crollati di un 20%, continueranno a crollare all'infinito.

Le emozioni che gli investitori vivono in questo momento sono meravigliosamente rappresentate in questo schema, dove possiamo vedere il 2021 e il 2022. Abbiamo passato una fase di ottimismo, eccitamento, euforia per poi arrivare all'ansia dei primi mesi dell'anno. Ma molto probabilmente non siamo ancora arrivati alla capitolazione, perché questo crollo di solito per i mercati finanziari è un meno 40 o 50%, e noi potenzialmente ne abbiamo visto la metà. Dopo la capitolazione c'è la disperazione. 

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Questi sono scenari che verosimilmente non è detto che si ripresentino, tipo un meno 80% della crisi del 29, perché poi intervengono le banche centrali per ridare un po’ di fiducia ai mercati. Dopo la fase di disperazione c'è la speranza e si ritorna all'ottimismo. se abbiamo capito che il rendimento dei mercati è fortemente legato all'emotività che provano gli investitori, allora ci sarà un'inversione di Trend, cioè l'andamento passerà da essere fortemente ribassista, nella mente degli investitori, a rialzista e quindi posso trovare il momento giusto per investire. 

Ma queste cose sono possibili solo nei corsi di trading da 2.000 euro che puoi trovare solo su YouTube o Facebook, nel mondo reale è molto difficile da identificare perché nessuno può capire esattamente quand'è che ci sarà un'inversione di aspettative da parte degli investitori e quando cambierà l'emotività degli investitori, che comunque viene misurata a posteriori. Quindi non si può avere un vantaggio competitivo perché i dati che abbiamo analizzato sono tutti in ritardo di 1, 2, 3, 4 mesi. Dipende da chi produce questi dati. Quindi capire esattamente quando si verificherà con precisione la capitolazione è impossibile e non ci deve interessare come investitori di medio-lungo periodo.

E' molto probabile che continueremo a vedere volatilità e che potenzialmente ritesteremo al ribasso dei livelli di minimo che sono già stati toccati dall'S&P 500 e da altri indici. Non si può avere un vantaggio competitivo rispetto a chi questi dati li padroneggia e sa dove andarli a prendere. Non bisogna quindi giocare al gioco dello speculatore perché ci si può fare molto male.

Dobbiamo convivere con l'incertezza, sia perché, come abbiamo capito, è la cosa più logica da fare perché in condizioni di incertezza e di pessimismo ci sono le migliori opportunità, sia perché non riusciamo a capire quando passeremo da condizioni di incertezza a condizioni di maggiore ottimismo. Inoltre è proprio in questo contesto che si vengono a verificare le condizioni per la nascita di un nuovo Bull Market, quindi di un nuovo mercato rialzista. 

John Templeton,  un famoso investitore, infatti ha detto che i mercati rialzisti nascono in condizioni di pessimismo, crescono in condizioni di scetticismo, cioè nessuno crede che sarà un vero e proprio rimbalzo, maturano in una condizione di ottimismo e muoiono durante una condizione di euforia, che è quello che è successo nel 2021. 

Non c'è investitore che ha ottenuto grandi risultati nei mercati che non sia stato in grado di accettare la volatilità e l'incertezza che li contraddistingue in situazioni come questa. 

Non possiamo costruire il nostro futuro basandoci sui mercati se non riusciamo ad accettare momenti di incertezza come questo che possono durare 12,18, 24 mesi. Quindi come al solito impariamo autonomamente a stare tranquilli in queste condizioni, oppure possiamo farci aiutare da qualcuno. 

Ma a questo punto ci chiediamo perché non dovremmo aver visto ancora la capitolazione dei mercati o, in altre parole, perché potenzialmente potremmo vedere un ulteriore correzione, quindi un ulteriore crollo delle quotazioni?

Il tema è che nel 2020, nel 2020, il comparto azionario era sorretto anche da un fenomeno chiamato "Tina" Effects, there is no no alternative, cioè non c'era un'alternativa all'investire in azioni perché il comparto obbligazionario aveva rendimenti sotto zero. Questo è uno scenario a cui non stiamo assistendo adesso perché il riprezzamento che c'è stato dall'inizio dell'anno ha visto sia le azioni manifestarsi come quotazioni, ma molto di più il comparto obbligazionario. Quindi paradossalmente adesso l'alternativa all'azionario c'è. Questo sicuramente è qualcosa che riduce le aspettative in termini di rendimento di breve periodo per l'azionario.

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