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Il default dell'Italia è uno scenario possibile?

Ecco cosa potrebbe succedere



Uno stato per fallire deve avere un debito che non è in grado di ripagare.

Qualora ci si avvicinasse ad una vera condizione di rischio insolvenza lo stato potrebbe correre velocemente ai ripari tagliando le spese

Le politiche che costano denaro e che non supportano una crescita saranno fortemente messe in discussione nell’eventualità in cui venissimo commissariati dalla comunità europea

Finché chiediamo un aiuto alla Bce con lo scudo anti-spread non possiamo continuare a bruciare i soldi con iniziative che non generano crescita economica.

Una soluzione potrebbe essere l'aumento delle tasse. Si potrebbe proporre un pagamento di 80 euro medi e una tantum di patrimoniale per ogni cittadino che lavora. Tuttavia con 80 euro medi a persona si raccoglierebbero meno di 2 miliardi e il debito è di 2.7 trilioni di euro. Si dovrebbero prelevare 100 euro a testa all'anno per i prossimi 100 anni. 

Parlando di patrimoniale 

Se le proprietà degli italiani sono di 8.500 miliardi e se lo stato ne prendesse l'1%, ci sarebbe una patrimoniale da 85 miliardi di tasse. Però su 2.700 miliardi di euro di debito pubblico non ci sarebbe una grande riduzione.

In caso di default tecnico probabilmente lo stato lavorerà su tre tipologie di imposte sul patrimonio: la revisione del catasto, in quanto in Italia i valori catastali degli immobili sono circa la metà rispetto ai valori di mercato. Tutte le imposte che si pagano in fase di acquisto di un immobile o per la definizione dell'IMU sono, a livello catastale, la metà dei valori di mercato.

La seconda imposta su cui lavorare è l'imposta di bollo sul deposito titoli, una tassa sul patrimonio all'interno del deposito titoli. Ogni trimestre verrà applicata un'imposta di bollo sui portafogli di titoli. Questa imposta è pari allo 0,2% del valore del portafoglio. Aumentando la tassa dallo 0,2% allo 0,4%, la maggior parte delle persone non se ne accorgerebbe e immediatamente si raccoglierebbero capitali per evitare un default. 

L'ultima opzione è quella di un’aliquota delle imposte di successione. Ad oggi di fatto l'Italia è un paradiso fiscale, ha una tassazione che è molto più bassa rispetto ad altri stati. 

Abbiamo aliquote di successione che sono tra le più basse a livello europeo. In Italia si paga dal 4 all’ 8% con una franchigia a un milione, sotto un milione di patrimonio trasferito non si pagano tasse. 

Le finanze delle famiglie

Un'altra delle ragioni per cui a livello europeo ci chiederanno di mettere mano alle imposte di successione è che il patrimonio degli italiani è mediamente più alto di quello di altri stati come la Germania. Il patrimonio medio delle famiglie tedesche è di circa 50.000 euro, meno della metà di quello italiano che è attorno ai 100-120 mila euro. 

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L'Italia è un paese con le finanze statali devastate, ma le finanze delle famiglie molto più in ordine di quello che sarebbe giustificato per un'economia che non cresce come la nostra. In risposta a tutti quelli che si augurano il fallimento dell'Italia mi vengono in mente le parole di John Kennedy: “Non chiederti che cosa può fare il tuo paese per te, ma chiediti che cosa puoi fare tu per il tuo paese”. Perché se degenerasse la situazione della tenuta finanziaria dell'Italia potremmo risolvere la situazione partendo da una mentalità costruttiva e laboriosa che punta al valore.

Valore che possiamo vendere con le nostre imprese all'estero e che purtroppo viene quotidianamente minato da un gruppo di disfattisti che devono avere questo atteggiamento nei confronti del loro paese.

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