Titoli tecnologici: una tragedia annunciata



La settimana scorsa Jerome Powell ha aumentato di altri 75 punti base cioè 0,75%, i tassi di interesse smentendo così l'ipotesi di un pivot, quindi di un cambio di politica monetaria e un rallentamento in questo processo di aumento dei tassi di interesse.

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Se nel prossimo articolo parleremo della Fed, oggi approfondiamo le società che sono tra le principali vittime di questa politica monetaria.

Infatti i titoli Meta, Amazon, Alphabet, Microsoft e Apple stanno stornando in modo deciso.

Inoltre stanno perdendo molto di più di quanto non stia perdendo il mercato. 

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Gli americani sono amanti degli acronimi. FANG è un acronimo che sta per l'agglomerato di aziende Facebook, Amazon, Netflix e Google. Quando però Google è diventato Alphabet, Facebook è diventato Meta e si è aggiunto Meta, l'acronimo è diventato MAMAA, quindi Meta, Apple, Microsoft, Amazon e Alphabet.

Ma come si sono comportati questi giganti tecnologici che utilizziamo tutti i giorni?

Sono titoli molto importanti, all'interno del paniere S&P 500 questi sono titoli che tutti insieme sono arrivati a pesare anche il 25% che è fatto di 500 titoli. Quindi vista la loro dimensione hanno un impatto sull'intero mercato.  Hanno raggiunto i loro massimi a fine 2021 e hanno perso tra i 4 e 5 trilioni di dollari di capitalizzazione.Non è stato fornito nessun testo alternativo per questa immagine

 Ma quello che è interessante è quanto stanno perdendo rispetto ad altri indici di mercato, come ad esempio il Dow Jones che ha rimbalzato fortemente nell'ultimo mese e ha portato a casa il migliore mese quasi della sua storia, dal 1900 con una crescita del 14.33%. 

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Quindi quello che si nota è che se prendiamo le performance, i rendimenti del Dow, rispetto al Nasdaq-100 (che racchiude buona parte di titoli tecnologici), notiamo questo gran candelone verde alla fine del grafico. Questo significa che il Dow ha avuto un rendimento relativamente migliore rispetto al Nasdaq e quindi a tutti i titoli tecnologici.

Questo è coerente con ciò che scriviamo ormai da un anno, cioè che i titoli tecnologici sono andati particolarmente in crisi per via delle recenti politiche di aumento dei tassi di interesse, che tendono a penalizzare titoli non particolarmente profittevoli.

In realtà questi sono titoli molto profittevoli, cioè hanno però vissuto in passato, vista la loro forte espansione, momenti di scarsa redditività e in questo momento il mercato non premia la scarsa redditività. 

A ciò si aggiunge che alcuni di questi titoli sono un po' una cartina tornasole per quanto riguarda la situazione economica, per esempio Amazon.  Se il più grande negozio del mondo inizia a vedere fatturati in calo, significa che verosimilmente i consumatori vogliono spendere meno e quindi si confermano scenari recessivi. 

Quindi c'è sempre un duplice effetto da analizzare, il primo è specifico dell'azienda in questione ad esempio Amazon. E un secondo effetto generico, dato dal tasso di consumo degli americani o  mondiale. E dall'altra parte dovremo analizzare le valutazioni che hanno questi titoli che negli ultimi 10 anni sono andati alle stelle.

Analizzando questo grafico scopriamo che non tutti i titoli tecnologici come MAMAA (o FANG) si comportano nello stesso modo. 

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Infatti vediamo perdite del 15 % di Apple e un meno 75% di Meta. Considera che S&P500 dall'inizio dell'anno è in negativo del 20% circa.

Quindi Apple ha fatto meglio del mercato di circa 5 punti percentuali pur essendo in perdita. Altri titoli hanno perso tre volte quanto ha perso il mercato con una vera e propria esplosione di patrimonio, cioè capitalizzazione dei mercati che si è bruciata ed è sparita.

Serve quindi chiarire il concetto di concentrazione del mercato. Quando andiamo ad analizzare un indice, l’S&P500 ad esempio, dobbiamo capire il peso che i primi titoli hanno all'interno dell'intero paniere. il paniere contiene 500 titoli con lo stesso peso oppure abbiamo dei titoli che hanno un peso molto più rilevante rispetto agli altri?

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All’interno dell’S&P500, Apple è un colosso che pesa per il 6.17% e poi man mano che andiamo avanti Microsoft, Amazon, Tesla, ect. vediamo il peso calare. Alla decima posizione siamo già attorno all'1.43 %. Quindi alla cinquecentesima posizione il peso del titolo sarà minimo. 

Questo non è un concetto trascurabile che interessa solo a noi analisti finanziari, deve interessare a chiunque vuole fare analisi su panieri di indici e/o comprare degli etf su questi panieri di indici.

Non puoi comprare un etf se non capisci come è costituito l'indice che l'etf va a replicare perchè quanto un indice è concentrato è un'informazione fondamentale. 

Serve sapere la concentrazione dei titoli in un paniere perché questi titoli possono avere andamenti diversi. 

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In questo grafico viene rappresentato il Price–earnings, rapporto prezzo utili NTM quindi con gli utili stimati sui prossimi 12 mesi. Tra i vari metodi per misurare il rapporto prezzo utili, questo è quello che ha al denominatore gli utili futuri (stimati). Nell'ultimo periodo soprattutto a partire dal 2010 in poi, quando è partito il mostruoso mercato toro rialzista che abbiamo visto negli ultimi 11 anni abbondanti, ha visto una crescita esponenziale e delle valutazioni espresse in termini di rapporto prezzo utili per questi cinque titoli tecnologici. (Linea grigia)

Quindi questi titoli possono essere nella classifica dei primi cinque titoli per grandezza, ma possono cambiare in base ai rendimenti relativi. Questa classifica si aggiorna in base agli andamenti dei titoli. Quello che è interessante notare è il divario negli ultimi anni tra i titoli tecnologici, che comunque erano i primi 5 in termini di capitalizzazione per la S&P500, e gli altri, e la media di mercato. Infatti vediamo che i primi 5 titoli avevano un rapporto prezzo utili di 24, quindi erano titoli molto costosi. Ma gli altri 495 titoli avevano un rapporto prezzo utili di 15, la media del mercato l'intera S&P500 era 16. 

Verso la fine del 2020 avevamo commentato come il rimbalzo della seconda metà del 2020 fosse fondamentalmente sostenuto da 5 titoli, tutto il resto del mercato stava lateralizzando o comunque non crescendo con la stessa velocità con cui stavano crescendo i titoli tecnologici. 

Serve comprendere che il prezzo che vediamo di un titolo è la conseguenza di vari elementi, innanzitutto di come sta andando il singolo, quindi se l'azienda è profittevole, è amata dai consumatori che continuano a comprare permettendole di avere una marginalità elevata. 

Poi serve conoscere che valutazione ha questo titolo, che aspettative hanno gli investitori (non più i consumatori), quanto sono disposti a pagare per €1 di utili prodotto da questo titolo da questa azione. 

Capire questi comportamenti è importante in questo momento dell'anno perché stanno uscendo le trimestrali, quindi i risultati del terzo trimestre dell'anno che ci aggiornerà sullo stato di salute dell'Economia. Tra poco parleremo delle prime analisi già pubblicate da alcune aziende. 

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Ma chiudiamo il tema della concentrazione, nella S&P500 a marzo 2022 i primi 10 titoli per capitalizzazione hanno pesato fino ad un terzo dell'intero paniere 30.7% e avevano valutazioni incredibilmente elevate, tutto il resto del mercato era particolarmente a sconto. 

Prima di pensare ad una bolla speculativa, quello che dobbiamo capire è che il contributo agli utili dei primi 10 titoli delle S&P500 è stato elevatissimo e ha toccato punte del 34-35%. 

Questo significa che i primi 10 titoli e alcuni di questi sono proprio i FANG di cui abbiamo parlato all'inizio, avevano un peso enorme, avevano valutazioni elevatissime, ma allo stesso tempo contribuivano in grande parte agli utili dell'intero indice S&P 500.

 Quindi in questo particolare contesto di mercato, sono davvero importanti da valutare, perché se gli utili di queste aziende vengono meno l'intero mercato potrebbe stornare.

Alphabet nel terzo trimestre dell'anno ha avuto utili per azione per 1.06 ma più bassi in modo sostanziale rispetto alle attese del mercato che erano di 1.25$. 

Microsoft tutto sommato batte le aspettative con utili per azione pari a 2.35 rispetto al 2.29 che ci si aspettava da parte dei mercati.

Il problema arriva quando apriamo il capitolo Meta, Facebook non naviga in ottime acque, gli utili sono stati positivi 1.64 dollari per azione, ma hanno disatteso le aspettative dei mercati. Soprattutto perché quando si parla di Meta, non si può parlare di metaverso, il progettone che stanno portando avanti all'interno di Meta ma che i mercati non stanno apprezzando per il costo di ricerca e sviluppo di circa 200 miliardi di dollari. Cioè è un progettone paragonabile ai progetti della NASA per mandare lo shuttle nello spazio di cui gli operatori del mercato non riescono a capire i ritorni in termini numerici.

Questi investimenti sul futuro del metaverso fanno perdere controllo a Meta sugli utenti nel quotidiano, infatti si è fatta mangiare quota di mercato in modo importante da Tik Tok, e il mercato non apprezza questo genere di notizie.  

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 Meta nell’ultimo periodo si è mangiato tutto l'extra rendimento che ha avuto negli ultimi 7-8 anni sull'S&P 500. 

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Anche i numeri di Amazon non sono entusiasmanti, infatti quello che notiamo è che ha avuto una crescita del fatturato tra le più basse a livello storico(colonna rossa). 

E soprattutto si vede proprio un rallentamento di tutte le vendite Retail quindi di tutto ciò che non è servizi online, perché Amazon ha anche dei Servizi Web Services, quindi il cloud.

Al netto del Cloud, lo vediamo in questa riga arancione, abbiamo operating income negativi, vuol dire che le vendite stanno rallentando.

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Amazon è anche un po' la cartina tornasole della capacità che hanno le persone di consumare e non è particolarmente positiva in questo momento. Anche Amazon si è mangiata 5 anni di sovra-performance rispetto all'S&P 500, che batteva dal 2017 anche di un bel po'.

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Rimane Apple che ad oggi sorregge l'intero mercato. Infatti ha una capitalizzazione di 2.4 trilioni di dollari, che è più della somma di Meta, Amazon e Google.

 

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Il fatturato di Apple è cresciuto dell'8% anno su anno, e gli utili per azione del 4% anno su anno, quindi nonostante le difficoltà c'è una leggera crescita.

Per questo le valutazioni di Apple (azzurro) sono più elevate rispetto agli altri titoli FAANG.

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Warren Buffett è uno dei principali azionisti di Apple, che pesa circa 70% del patrimonio di Berkshire Hathaway, la sua società. Posizione che si è creato nel corso degli ultimi dieci anni.

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Il socio di Warren Buffett, Charlie Munger ha recentemente fatto un grosso investimento in Alibaba, che potremmo dire il principale competitor di Amazon. Ha fatto un acquisto a leva, e quindi facendosi prestare soldi da varie istituzioni finanziarie per comprare azioni Alibaba, il titolo è sceso da 236 dollari per azione a 63 dollari per azione, e lui si è portato a casa una perdita di meno 400%, perché la sua quota da 70 milioni di dollari è passata 19 milioni di dollari, la leva era 60 milioni di dollari, la perdita netta è 40 milioni di dollari. 

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Da questo investimento capiamo quanto è importante fare attenzione allo Stop Picking, quindi a selezionare titoli singoli perché ci si può fare molto male, anche se qui c’è la leva altissima a peggiorare le cose. 

Una morale che ci dobbiamo portare a casa da questo articolo è che non è sempre detto che i migliori di ieri saranno i migliori di domani.

Irving Fisher, un economista dei primi del '900, diventato tristemente famoso per una frase sbagliata in termini di tempistiche. Prima dello scoppio della bolla del 1929 vedendo la crescita che avevano avuto in modo esponenziale determinati titoli azionari, aveva giustificato quella crescita come una condizione di “permanently high plateau”, cioè i titoli hanno raggiunto una condizione di alto prezzo permanente. 

Il problema è che ha detto ciò 9 giorni prima del più grande crollo della storia dei mercati, che è stato il crollo del 1929.

Quando assistiamo a delle performance incredibili come quelle che hanno avuto questi cinque titoli che hanno un peso così elevato all'interno dell’S&P500, pensiamo che queste performance possano continuare all'infinito.

 Nel 2020, 2021 questi titoli erano considerati unstoppable, non si potevano fermare. 

E chi non era Long, non aveva una posizione concentrata rialzista su questi titoli, è come se fosse quasi short a livello di mercato, per via appunto della differenza di rendimento che hanno avuto questi titoli rispetto all'intero mercato.

Esistono condizioni di sovraperformance, sovrarendimento relativo, che però sono temporanee. L'abbiamo visto Facebook ha battuto il mercato per sette anni di fila e in un anno e mezzo si è mangiata tutta la performance, stesso discorso per Amazon. 

Quindi attenzione quando si fa la selezione di titoli singoli perché è un mestiere dannatamente difficile, bastano un paio di trimestri sbagliati e il titolo perde un vantaggio competitivo che aveva accumulato in 7-10 anni.

Questo è purtroppo anche storicamente provato, a livello storico e medio, tutte le volte che un titolo è entrato nella lista dei top 10, le performance successive alla data di ingresso tra i top 10, sono state molto deludenti.

In altre parole un titolo è cresciuto tanto, è entrato nella Top 10 titoli e dopo difficilmente è stato in grado di avere dei rendimenti successivi.

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Titoli stra performanti possono diventare pessimi titoli se cambiano le condizioni di investimento, quindi serve fare molta attenzione alla selezione dei titoli singoli o alla scelta dell'etf giusto, capendo cosa c'è dentro all'indice che stai andando a replicare. 

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