In che modo eliminare il debito pubblico
Che cos'è lo scudo anti spread? La Treccani lo definisce come meccanismo di difesa messo a punto dai ministri delle finanze dei paesi della zona euro nel corso del Consiglio europeo di Bruxelles del 28-29 Giugno 2012 per sostenere la domanda di titoli dei paesi “virtuosi”.
I paesi virtuosi sono quei paesi impegnati in politiche orientate al pareggio di bilancio e alla riduzione del debito pubblico.
Questi paesi però risultano esposti ad attacchi speculativi a causa dell'elevato livello del loro debito pubblico che può avere un effetto contagio su altri paesi.
Quindi, lo scudo anti spread è un sistema di protezione del debito pubblico di tutti i paesi dell'area euro. Tuttavia, è un aiuto che verrà dato solo agli stati impegnati in politiche di pareggio di bilancio e riduzione del debito pubblico.
Il ministro delle finanze europeo e tutti i politicanti europei verificheranno le condizioni per poter aver accesso allo scudo anti spread e se non ci sono politiche orientate al pareggio di bilancio o al contenimento del debito pubblico questo aiuto potrebbe venire meno.
Il nuovo scudo anti spread approvato dalla BCE: il TPI
Il TPI che sta per transmission protection instrument, è uno strumento che garantirà la trasmissione senza intoppi dell’orientamento di politica monetaria in tutta l'area euro.
Quindi se ci sono tassi bassi in un paese ci saranno tassi bassi dappertutto nell'area euro. Se la BCE definisce una politica dei tassi questa deve essere più o meno uguale in tutta l'area euro. Per questo il TPI sarà uno strumento che si aggiunge alla cassetta degli attrezzi della BCE e potrà essere attivato per contrastare dinamiche di mercato ingiustificate e disordinate.
In questo modo il TPI potrà adempiere in modo più efficace al mandato di stabilità dei prezzi. Con questo strumento la BCE va a comprare titoli di stato. I criteri per selezionare i paesi beneficiari sono: il rispetto del quadro di bilancio dell'UE, non avere disavanzi eccessivi, assenza di gravi squilibri macroeconomici, sostenibilità di bilancio e politiche macroeconomiche sane e sostenibili.
Questo significa che là fuori ci sarà sempre qualcuno che compra il nostro debito pubblico che ci permetterà di non fallire.
Di chi è il debito pubblico italiano?
La Banca d'Italia e la Banca Centrale Europea possiedono la maggior parte del debito pubblico italiano.
Ad Aprile 2022 la Banca d'Italia e la Banca Centrale Europea possedevano 723 miliardi di euro di titoli di stato italiano, una percentuale di circa il 26% su 2.700 miliardi totali di debito pubblico italiano.
Questi acquisti hanno profondamente cambiato la struttura dei proprietari dei BTP italiani dal momento che i non residenti sono scesi dal 40% al 25%.
Questo significa che molti meno investitori esteri vogliono possedere titoli di stato italiani e di conseguenza i prezzi sono saliti. Se non ci fosse la BCE a prendere il posto di questi investitori noi non avremo liquidità sui titoli di stato, nessuno li comprerebbe.
Come vediamo negli ultimi sette anni, a partire dal 2015, la Banca d'Italia e la BCE per sei anni su sette sono stati i principali sostenitori della domanda di debito pubblico italiano quando sono state fatte nuove missioni, area azzurra.
Qui notiamo che gli investitori stranieri che possiedono titoli di stato italiani, linea rossa, nel corso degli anni sono scesi dal 50% del 2006 al 30%.
Se non fosse entrata la BCE a sostenere il debito pubblico italiano avremmo uno spread fuori controllo.
Da questo grafico vediamo come è stato attivato lo scudo anti spread: gli acquisti della BCE a Giugno e a Luglio del 2022 hanno visto i titoli di stati italiani come prima scelta di investimento.
La BCE ha venduto titoli di stato tedeschi, francesi e olandesi per comprare i titoli di stato italiani e spagnoli. Questo significa che il bilancio della BCE è stato dirottato sull'Italia comprando titoli di stato italiani e disinvestendo titoli di stato tedeschi.
Cosa succederà?
L’Italia è troppo grande, non gli permetteranno di fallire, sarà semplicemente sedata. Non possiamo fallire perché anche con 2.700 miliardi di euro di debito pubblico; che sono talmente tanti da essere superiori alla somma del debito pubblico di Spagna, Portogallo, Grecia e Irlanda; parleremmo di un fallimento di proporzioni mostruose.
Lo scenario più probabile è quello di un commissariamento.
Cioè che se vogliamo continuare ad avere questo supporto da parte della BCE, che è il principale creditore dello stato italiano, saremo obbligati nel futuro ad avere sempre più ingerenze da parte della BCE, dalla comunità europea e da altri stati sulla politica economica e finanziaria italiana.